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Rivoluzione e Impero Francese

  • Immagine del redattore: Alessandro Albano
    Alessandro Albano
  • 30 dic 2021
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 7 gen 2022

Dal 1789 alla Comune di Parigi



“-C'est une révolte? - Non,sire, c'est une révolution.”

Duc de la Rochefoucauld-Liancourt, grand maître de la garde-robe du roi, au matin du 15 juillet 1789 pour lui annoncer la chute de la Bastille



Dalla Rivoluzione francese a Napoleone

Fu la Rivoluzione francese, iniziata nel 1789, a porre fine all'assolutismo e ai privilegi della nobiltà, ovvero all'Antico Regime . Con essa iniziò una nuova fase della storia non solo francese, ma anche europea e mondiale. Il contesto globale, la crisi e soprattutto la fame portò all’insurrezione di Parigi, con la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789. Il 26 agosto ci fu la dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, attraverso la libertà di espressione e libertà individuale. La Rivoluzione portò alla creazione di una monarchia di tipo parlamentare, mettendo fine ai privilegi feudali quindi nel 1792 alla repubblica. Sfociata poi nella dittatura giacobina del Terrore, infatti, venne creato un tribunale che condannò gli stessi autori della rivoluzione, con un bilancio di 40000 morti di cui la metà a Parigi. Si passo poi ad un regime repubblicano moderato che, attraverso l'opera di Napoleone Bonaparte, nel 1804 assunse le vesti dell'Impero. Napoleone, che stabilì la sua dittatura sul paese, esercitò una duplice funzione rispetto allo sviluppo della rivoluzione: per un verso, fu uno dei principali artefici del suo assestamento in senso moderato all'interno del paese; per un altro, attraverso le sue campagne militari, esportò fuori dai confini nazionali alcune delle conquiste sociali e giuridiche essenziali della rivoluzione, ridisegnando radicalmente la carta geopolitica del continente. Nel dicembre 1797 Bonaparte torna vittorioso dopo la campagna d’Italia, l’anno seguente partì per la campagna d’Egitto, così da aprire una via verso le Indie. Nonostante la resistenza dei mamelucchi riuscì a conquistare l'Egitto. Tuttavia, dopo la distruzione della flotta francese nella battaglia navale di Abukir, le truppe francesi si trovarono isolate in Oriente e anche l'invasione della Siria dopo alcuni successi, terminò con un fallimento a San Giovanni d'Acri. Il generale Bonaparte decise nell'estate 1799 di cedere il comando al generale Jean-Baptiste Kléber e ritornare in Francia dove era in corso la guerra della Seconda Coalizione per togliere alla Francia le sue conquiste. Nel 1812 l’Europa è sotto il controllo francese e l’imperatore impose la coscrizione alle province sottomesse, potendo vantare un’armata di 700 000 uomini di cui 300 000 francesi. Nonostante un debole trattato di alleanza (Trattato di Tilsit) tra Russia e Francia, gli interessi tra le due potenze erano contrastanti. Forte di questo esercito Napoleone attaccò la Russia, ma tra disertori, tifo, difficile rifornimento e la strategia della terra bruciata adottata dall’armata russa, fece perdere più di 150 000 uomini prima di arrivare a Mosca. Stremato l’esercito francese iniziò la ritirata ma solo 75 000 uomini della grande armata riuscì a tornare. Napoleone fu infine sconfitto, tra il 1814 e il 1815, da un'ampia coalizione internazionale che aprì il processo di Restaurazione delle monarchie da lui spodestate. Con la sconfitta della battaglia di Waterloo il 18 giugno 1815, Napoleone fu imprigionato all’isola di Sant’Elena.


Dalla Restaurazione al secondo Impero

Nel corso dell'Ottocento la storia francese continuò a essere segnata da profonde discontinuità politiche e istituzionali, nel quadro di significativi processi di modernizzazione economica e sociale. Il ritorno dei Borbone sul trono, voluto dalle grandi potenze vincitrici di Napoleone al Congresso di Vienna (1814-15), ebbe vita breve. A essi subentrò nel 1830, dopo la rivoluzione di luglio, Luigi Filippo d'Orléans, che rimase al potere sino al 1848. In quell'anno una nuova rivoluzione, in cui ebbero parte attiva le masse popolari ed emersero anche orientamenti di tipo socialista, portò all'abolizione della monarchia e alla proclamazione della repubblica. La Seconda Repubblica ‒ dopo la Prima Repubblica dell'epoca della grande Rivoluzione ‒ fu a sua volta quasi subito soppiantata, in seguito a un colpo di Stato (1851-52), che ebbe in Luigi Napoleone (Napoleone III) il suo principale artefice. Questa nuova costruzione politica, dapprima orientata in senso conservatore e poi liberale, ebbe un ruolo fondamentale negli equilibri della politica europea degli anni Cinquanta e Sessanta del 19° secolo. In questi anni, precisamente nel 1860 ci fu il trattato Cobden–Chevalier, su iniziativa francese, si tratta di un accordo anglo-francese firmato il 23 gennaio 1860. Prende il nome dai due promotori, Richard Cobden e Michel Chevalier e viene considerato come il primo trattato commerciale moderno. Tuttavia, la politica estera di Napoleone III fa sì che il debito pubblico aumenti, inoltre, tra il 1870-71 subì una cocente sconfitta nella guerra franco-prussiana. Il 2 settembre 1870 ci fu la disfatta di Sedan a favore dei Prussiani, con 139 000 soldati francesi caduti, la perdita dell’Alsazia e della Mosella oltre che un’indennità di 5 miliardi di franchi (pari al 20% del reddito nazionale). L’impero andò incontro alla propria dissoluzione in un quadro di crisi che portò dapprima all'esperimento della Comune di Parigi 21-28 maggio 1871 e subito dopo alla nascita della Terza Repubblica.




 
 
 

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Fonti: 
- Pautet, A. (2019). Histoire de France. Francia: Autrement.
-  Del Boca, A. (2014). Italiani, brava gente? un mito duro a morire. Italia: BEAT.
- Balbo, C. (2019). Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni. Italia: E-text.
- Riccarand, E. (2015). Cara Giulia, ti racconto... : la storia della Valle d'Aosta : 1860-2015. Italia: Musumeci editore.

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