Histoire Franco- Italienne
Intervista
Quali sono i punti di incontro e di divergenza tra i due Paesi nel corso della storia?
" I rapporti internazionali tra Italia e Francia sono intrinsecamente legati ai territori di confine che rappresentano. La loro storia, infatti, indica il susseguirsi di numerosi tentativi di conquista per estendere il proprio dominio e la propria influenza.
Il primo grande evento è la conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, sono però i Franchi, popolazione di origine germanica, ad ampliare il loro potere su tutta la Francia. L’alleanza del re Clodoveo con il Papato è un elemento fondamentale, perché ha permesso al regnum francorum di conquistare i principali territori dell’Italia settentrionale, sconfiggendo i Longobardi che minacciavano di conquistare Roma.
Con il passare dei secoli è l’Italia frammentata e divisa ad accusare principalmente l’influenza francese. Numerosi sono i tentativi espansionistici che si susseguono in epoca moderna e che si realizzano nella definitiva conquista da parte di Napoleone dopo la campagna d’Italia. L’influenza di Napoleone è stata fondamentale sotto diversi punti di vista perché ha permesso la modernizzazione dell’Italia; a lui si deve, per esempio, la realizzazione dell’apparato burocratico italiano.
In età contemporanea, la formazione degli stati moderni e la relativa unificazione dell’Italia cambiano i rapporti tra le due nazioni. I principali momenti di divergenza sono causati dalle due guerre mondiali. Durante il primo conflitto, dopo un’iniziale neutralità, l’Italia entra in guerra alleata con le potenze dell’Intesa, tra cui la Francia. Il secondo conflitto mondiale è invece caratterizzato da una contrapposizione iniziale: Italia con i paesi dell’Asse, Francia con le potenze alleate; a cui consegue, dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, il supporto a Inghilterra, Francia e Stati Uniti per sconfiggere il Terzo Reich.
In un’ottica di imperialismo coloniale, la questione è più complessa e mostra ancora oggi le conseguenze in campo internazionale, che sono ben visibili nel tentativo di gestire i rapporti internazionali con i paesi del Nord Africa, in particolare la Libia.
Con la fine della Seconda guerra mondiale e la realizzazione di una comunità europea vi è una progressiva distensione della politica internazionale, che ha permesso una maggiore collaborazione anche tra Francia e Italia.
All’interno dell’ordinamento italiano, la regione autonoma Valle d’Aosta si distingue per quanto riguarda i rapporti con lo stato francese. Nel corso dei secoli il territorio è considerato via di passaggio e barriera contro possibili invasioni d’oltralpe, cosicché, durante la lunga dominazione dei Savoia, si instaura una sostanziale forma di autogoverno, che definisce il particolarismo della regione.
Se in un primo momento, però, è riferito principalmente ad una specificità politico-territoriale, l’Unità d’Italia e il passaggio della Savoia alla Francia introducono la diversità linguistica."
-Il Caso della Valle d'Aosta, una regione di confine;
"La Valle d’Aosta in quanto francofona diventa un isolotto all’interno al nuovo stato unitario, e il francese un forte contrassegno di identità. Ne consegue un conflitto decennale per preservare le prerogative della lingua, prima contro l’azione dei vari governi liberali, successivamente contro il regime fascista, che promuove un severo processo di italianizzazione della regione. È solo dal primo dopoguerra che iniziano, i primi passi verso l’autonomia: nel settembre del 1945 vengono promulgati dal governo Nenni due decreti luogotenenziali, che affermano la concreta legittimazione della specialità regionale. L’autonomia viene poi sancita con lo Statuto Speciale, promulgato nella forma di legge costituzionale il 26 febbraio 1948: la Valle d’Aosta diventa la prima regione italiana a fruire di un regime di autonomia. Oltre all’autosufficienza economica e politica, un importante ruolo è assegnato alla lingua francese, che rappresenta la principale forma di legittimazione dell’autonomia valdostana e dei diritti culturali.
L’articolo 38 afferma che “la lingua francese è parificata a quella italiana”, determinandone ufficialmente identici connotati. “Gli atti pubblici possono essere redatti nell’una o nell’altra lingua, eccettuati i provvedimenti dell’autorità giudiziaria, i quali sono redatti in lingua italiana”. Nell’ottica di realizzare un apparato burocratico-amministrativo in grado di rispettare il bilinguismo locale, è inoltre previsto che le amministrazioni statali assumano funzionari originari della Regione o che conoscano la lingua francese."
Beatrice Caddeo, laureata magistrale in scienze storiche all’Universita di Milano
