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Storia Antica della Francia

  • Immagine del redattore: Alessandro Albano
    Alessandro Albano
  • 30 dic 2021
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 26 apr 2022

Dai Celti ai Borboni



« A’ partir seulement de la fin du x° siècle, l’être social qui porte ce nom (la France) (…) est formé, il existe (…). Nous datons de là ; ce ne sera plus de Gaulois, de Francs et de Romains, mais de Français, de nous-même qu’il sera question. »


François Guizot, Histoire de la civilisation en France depuis la chute de l’Empire romain, 1845.



Alle origini della storia francese: i Celti, i Romani, i Franchi

Abitato sin dalla preistoria, il territorio che corrisponde all'odierna Francia fu conquistato dai Celti nel corso del 1° millennio a.C. e poi dai Romani a partire dal II-I secolo a.C. Con la sconfitta di Alesia del 52 a.C. Vercingetorige si arrende a Giulio Cesare, è proprio in questo momento che viene Integrata come provincia nell'Impero con il nome di Gallia e sottoposta ad un intenso sforzo di romanizzazione che diede vita a una prospera civiltà gallo-romana. Nel 212 con l’editto di Caracalla (nato a Lione nel 188 d.C.) si estese la cittadinanza romana a tutti i cittadini dell’impero. Tra il 3° e il 5° secolo d.C., tuttavia, la penetrazione sempre più massiccia di popolazioni barbariche e la caduta dell'Impero Romano d'Occidente (476) mutarono radicalmente questi equilibri. E tra i diversi popoli stanziatisi nella regione ‒ in particolare i Visigoti, i Burgundi e i Franchi‒ furono questi ultimi a prevalere e a ricostituire l'unità della Gallia.


I Merovingi

Fu Clodoveo, re dei Franchi dal 481 al 511 e capostipite della dinastia dei Merovingi, il principale artefice di questa svolta. Egli riuscì infatti a sconfiggere Alamanni e Visigoti, estendendo in modo significativo i confini del regno, e favorì inoltre la conversione del suo popolo al cristianesimo cattolico. Lui stesso fu battezzato nel 496, ottenendo così il sostegno della Chiesa e ponendo le premesse di una più stretta integrazione tra i Franchi e le popolazioni assoggettate. Alla sua morte il regno fu diviso tra i suoi 4 figli: Thierry I, Clodomir, Clotaire I e Childebert I. Continuarono ad ampliare i territori franchi, acquisendo tra il 534 e il 537 le Royaume des Burgondes e la Provence. La dinastia regnò per secoli, ma furono progressivamente indeboliti da continue crisi dinastiche. In questo quadro, acquisirono un crescente potere i più alti funzionari e consiglieri della monarchia. Tra essi emersero, nel vii-viii secolo, Pipino di Héristal, Carlo Martello e Pipino il Breve. Il 700 D.C. fu caratterizzato dai continui raid musulmani e solo con la Battaglia di Poitiers, nell'ottobre del 732, combattuta tra l'esercito arabo-musulmano di Abd al-Rahman e quello dei Franchi di Carlo Martello (maestro di palazzo al servizio dei Merovingi) si arrestò l'espansione dell'islam in Europa. Sarà poi Pipino III detto “il breve” nel 751, a deporre i Merovingi e ad assumere la corona franca dando inizio alla dinastia dei Carolingi.


Carolingi e Capetingi

La figura più significativa di questa nuova dinastia fu quella di Carlo Magno che divenne re nel 771. Egli esercitò un ruolo decisivo nello sviluppo della potenza dei Franchi, ampliandone i confini verso est (lombardie, Baviere e Saxe), consolidando i rapporti tra la corona e il papato e procedendo a una profonda riorganizzazione del potere regio e poi imperiale con la consacrazione del papa, divenne imperatore nell'800. Pochi anni dopo la sua morte, avvenuta nell'814, l'Impero carolingio perse la sua unità e con il trattato di Verdun (843) una gran parte del territorio francese fu attribuita a Carlo il Calvo. Da allora, con la breve parentesi di Carlo il Grosso (881-887), il destino della Francia rimase separato da quello dell'Impero, in un contesto dominato da profonde tendenze centrifughe e dalla minaccia costante di nuove incursioni straniere. Infatti, a partire da 799 a Noirmoutier (isola della Vandea) le incursioni dei vichinghi si fecero sempre più frequenti e si moltiplicarono a partire dal 833. La città di Rouen fu bruciata nel 841, due anni dopo toccò alla città di Nantes e nel 845 alla città di Parigi. Nascerà il ducato di Normandia concesso al re vichingo Rollone, il quale si convertirà al cristianesimo e secondo la leggenda si unirà in matrimonio con la figlia di Carlo III. Col trattato di Verdun si creò un’entità germanofona a est e una romanofona a ovest, È da allora, per molti aspetti, che si può fare iniziare a parlare di Frontiera.

Quando, nel 987, fu incoronato re Ugo Capeto, ebbe origine la dinastia dei Capetingi, che governò in linea diretta la Francia sino al 1328. In questa fase, durante la quale si sviluppò il sistema feudale, la monarchia si adoperò per rafforzare le sue prerogative in opposizione alla grande nobiltà e alle pretese universalistiche dell'Impero e della Chiesa.


Le guerre dei Valois

Con l'esaurimento della linea diretta della dinastia capetingia fu il ramo dei Valois a detenere per oltre due secoli e mezzo, dal 1328 al 1589, la corona di Francia. Questa fase cruciale della storia francese si aprì con la guerra dei Cento anni, che tra il 1337 e il 1453 oppose la Francia all'Inghilterra. Il conflitto ebbe un andamento estremamente complesso sul piano militare e costi economici e sociali altissimi. Attraverso di esso, tuttavia, il potere della monarchia uscì sostanzialmente rafforzato e furono poste le premesse per la costruzione dello Stato moderno, che fece importanti progressi tra 15° e 16° secolo. Inoltre, a partire dal 1° novembre 1327 una nave attraccò al porto di Marsiglia con a bordo un terribile male, la Peste, che in soli 5 anni dimezzò la popolazione. Nel 1356 ci fu la disfatta dell’esercito francese a Poitiers scontratosi con il principe nero comandante dell’esercito inglese. Nel 1415 il regno di Francia subì un ulteriore sconfitta ad Azincourt. Nel 1431 morì Giovanna d’Arco, la quale divenne un’icona nazionale Recuperò alla Francia parte del territorio caduto in mano agli inglesi durante la Guerra dei Cent'anni, contribuendo a risollevarne le sorti, guidando vittoriosamente le armate francesi contro quelle inglesi. Catturata dai Borgognoni davanti a Compiègne, Giovanna fu venduta agli inglesi per una cifra modesta. Questi la sottoposero a processo per eresia e condannata alla reclusione per 77 capi d’accusa, al termine del quale, il 30 maggio 1431, fu condannata al rogo e arsa viva.


Le guerre d’Italia

In questo nuovo quadro la Francia tentò di assicurarsi una posizione egemonica in Europa attraverso una politica espansionistica in direzione della penisola italiana, all'epoca profondamente frammentata in unità statali rivali. Ne derivarono, tra il 1494 e il 1559, le guerre d'Italia, che videro confrontarsi soprattutto Francia e Spagna e che si conclusero con il sostanziale fallimento delle mire francesi e il trionfo dell'egemonia spagnola. A partire dal 1494 Carlo VIII vede nella penisola la via d’accesso verso levante oltre che un territorio diviso e con diverse crisi dinastiche. Morto nel 1498 gli succedette Luigi XII proseguì l’opera di conquista, e malgrado le sue vittorie a Venezia e a Ravenna fu sconfitto a Novara il 1513 da Massimiliano Sforza. Indebolita dalle guerre e lacerata all'interno dagli effetti della Riforma protestante e dal contrasto tra cattolici e ugonotti, la Francia attraversò nella seconda metà del 16° secolo una crisi profonda, da cui scaturirono le guerre di religione. Si trattò di una vera e propria guerra civile, che si concluse alla fine del secolo quando il re Enrico IV di Borbone, dopo essersi convertito dal protestantesimo al cattolicesimo, stabilì con l'editto di Nantes (1598) la convivenza tra le due confessioni all'interno dello Stato.


Dai Borboni alla guerra dei 7 anni

Con Enrico IV (1589-1610) ebbe inizio la dinastia dei Borbone, che rimasero al potere ‒ con la parentesi degli anni della Rivoluzione francese ‒ sino al 1830. L'ascesa al potere dei Borbone coincise con l'inizio di una fase di grande rafforzamento della monarchia che, attraverso l'opera dello stesso Enrico IV, di Luigi XIII (1610-43) e poi soprattutto di Luigi XIV(1643-1715) ‒ oltre che di statisti come Richelieu e Mazzarino ‒ assunse i tratti della monarchia assoluta. In questi anni la corona riuscì a neutralizzare le tendenze centrifughe della grande aristocrazia (a cui pure furono lasciati immensi privilegi) e a concentrare nelle proprie mani enormi poteri. Il tutto nel quadro della sottomissione della Chiesa nazionale, di un potente sviluppo economico ispirato ai principi del mercantilismo e del principio del diritto divino del re. Questo processo raggiunse il suo punto più alto all'epoca di Luigi XIV, che tentò nuovamente di giocare la carta dell'espansionismo militaristico, forte della posizione di preminenza che la Francia aveva di fatto assunto in Europa dopo la guerra dei Trent'anni (1618-48). Le guerre in cui egli impegnò il paese dissanguarono le casse dello Stato, si tradussero in un fallimento del disegno egemonico francese e posero le premesse della crisi di legittimità e della lunga agonia del sistema assolutistico che si consumò nel 18° secolo con Luigi XV (1715-74) e poi soprattutto con Luigi XVI (1774-92). Tra il 1756 e il 1763 si assistette a quello che per alcuni (tra cui Wiston Churchill) è la prima guerra su scala mondiale. La causa della guerra è l’invasione Prussiana (alleata con gli inglesi) della Sassonia (alleata con i Francesi) La guerra si concluse con la stipula di una serie di paci separate tra i vari contendenti. Trionfatrice del conflitto fu la Gran Bretagna, che si assicurò i maggiori guadagni territoriali e politici: dalla Francia i britannici ottennero la cessione dell'odierno Canada.





 
 
 

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Fonti: 
- Pautet, A. (2019). Histoire de France. Francia: Autrement.
-  Del Boca, A. (2014). Italiani, brava gente? un mito duro a morire. Italia: BEAT.
- Balbo, C. (2019). Della storia d'Italia dalle origini fino ai nostri giorni. Italia: E-text.
- Riccarand, E. (2015). Cara Giulia, ti racconto... : la storia della Valle d'Aosta : 1860-2015. Italia: Musumeci editore.

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